Le fonti legali del compenso dell'avvocato

Quantificare il compenso dell'avvocato e le spese per un'azione giudiziaria: spesso il cittadino che ha necessità di tutelare i propri diritti si pone tale quesito. E a giusta ragione, considerando le mille variabili in gioco.

Va subito chiarito che l'avvocato è libero di determinare con l'assistito il proprio compenso, ma è altrettanto vero che un riferimento normativo esiste e può essere utilizzato non solo dal giudice nel determinare l'importo delle spese legali liquidate ai legali delle parti (rectius, al legale della parte vincitrice, salvo compensazione delle spese), ma anche dal professionista e dal cliente.

Si richiama il D.M. n. 55/14, con relativi parametri, aggiornati nel 2018. Vengono indicate tabelle con importi per ciascun tipo di procedura giudiziale, civile, penale, amministrativa o tributaria.

Inoltre, è diritto del cliente richiedere al professionista un preventivo di massima.

Di massima perché, soprattutto se si svolge un'azione giudiziaria, le variabili che possono incidere sul costo complessivo sono innumerevoli. Ma un importo minimo ed uno massimo è riferimento che certamente va offerto ed ottenuto.

Inoltre, nel nostro studio è consuetudine redigere incarichi professionali che appunto integrino il preventivo del costo dell'assistenza legale e che regolamentino ogni aspetto del rapporto cotrattuale con il professionista.

Non è pensabile che si rinunci alla tutela dei propri diritti per il timore, spesso infondato, di non potersela permettere.